Il Qi Gong

di Mara Camelin

Il Qi Gong

Introduzione

Il Qi Gong è un’arte che risale ad alcuni millenni prima di Cristo. Si tratta di una pratica che permette di attivare l’energia vitale all’interno dell’organismo, raccogliere, rinforzare e far circolare questa energia lungo la rete dei meridiani o canali che, secondo la Medicina Tradizionale Cinese, percorrono il corpo umano. Il Qigong è considerato parte importante della Medicina Tradizionale Cinese e dunque possiamo definirlo una disciplina auto-terapeutica, basata sull’armonizzazione tra corpo, cuore e mente, attraverso la respirazione, il movimento e la concentrazione. Il suo nome - Qi (energia) e Gong (lavoro) - spiega infatti tutto quello che può essere fatto per operare sul Qi, dal lavoro fisico sul corpo, alla regolazione del respiro, della mente e del cuore; ma anche il lavoro che può essere fatto sul proprio equilibrio psichico interiore e nella relazione con gli altri e il mondo esterno.
Nel corso della storia cinese questa pratica è stata conosciuta con nomi diversi, infatti, il termine Qigong è in realtà molto recente; e diversi sono stati i metodi di classificazione del Qigong secondo gli autori e le scuole. La classificazione più generica è quella per forma dove si distingue un Qigong statico da uno dinamico. Nel Qigong statico (NeiQigong- Qigong del metodo interiore) dove si assumono posture fisse e i movimenti sono ridotti, è il solo pensiero attraverso la visualizzazione, la concentrazione e il respiro a guidare il fluire del qi, e soprattutto a favorire lo sviluppo del qi stesso nel Dantian. Il Qigong dinamico (WaiQigong - Qigong del metodo esteriore) include il movimento atto a favorire l’incanalamento e il flusso del qi.

Origini Storiche del Qi Gong

Nel corso della storia cinese questa pratica è stata conosciuta con nomi diversi, infatti, il termine Qigong è in realtà molto recente:

  • Tu gu na xin (espellere il vecchio, assorbire il nuovo – Tu = emettere; Na = ricevere);
  • Lian qi (Praticare il qi);
  • Xing qi (Muovere il qi);
  • Xi qi (Mangiare il qi);
  • Fu qi (Servirsi del qi);
  • Nei Gong (Lavoro interiore – Nei = interiore; Gong = lavoro);
  • Dao yin (Guidare e condurre, ovvero quando l’organismo umano’ prende il qi dall ambiente circostante e lo introduce nel corpo deve guidare la linfa vitale all’interno dell’ organismo).
Il termine Dao Yin era in passato la denominazione più comune.

Si dice che il termine Qigong fu menzionato per la prima volta in un testo attribuito al maestro taoista Xu Sun (IV sec. d.C.) più probabilmente databile durante la dinastia Ming (1368-1644). Ma, come osserva la studiosa Catherine Despeaux, tale termine non compare presumibilmente prima della dinastia dei Qing ( 1644-1911), come conferma il dott. Li Xiao Ming menzionando un medico di nome Shi Gong, vissuto appunto in epoca Qing che usò per primo tale nome. Tale termine non fu comunque usato nell’accezione corrente specializzata di Arte della coltivazione del Qi, fino al ventesimo secolo.
Secondo Catherine Despeaux la parola Qigong comparve nei titoli di due opere pubblicate nel 1915 e 1929, dove designa la forza proveniente dal lavoro con il Qi e le applicazioni marziali di questa stessa forza. L’uso terapeutico di questo termine è databile al 1936, quando un certo Dong Hao pubblicò a Hanzhou un’opera intitolata Terapia speciale per la tubercolosi: Qigong . Da quel momento Qigong è stato ampiamente usato in quest’accezione medica, rappresentando tutte le pratiche autoterapeutiche composte da esercizi fisici e meditazione, dai tempi antichi fino ad oggi.

Molti studiosi individuano nelle danze sciamaniche i primordi del Daoyin, attuale Qigong. Simili danze sono inscritte su pannelli d’arte rupestre ovunque in Cina. Alcune di queste raffigurano sequenze di danze prestabilite eseguite da molte persone insieme; altre combinazioni di posture d’animali ed esercitazioni militari, mostrando un possibile antico legame tra movimenti degli animali, Qigong e arti marziali. Molti degli esercizi di Qigong di oggi sono ispirati alle antiche danze rituali atte ad alterare la coscienza, che davano sia all’esecutore che all’osservatore, una sensazione di unità con il qi onnipresente. D’altra parte la stessa medicina tradizionale cinese è d’origine sciamanica: la cura delle malattie attraverso un’esorcismo basato su tecniche di movimento fisico e di emissione vocale, era di pertinenza degli sciamani (Wu). Più che a spiriti antropomorfi, i primi Wu si rivolgevano alle manifestazioni di una serie di forze o di influssi, la cui azione era desunta dall’osservazione dei fenomeni naturali. Zhuangzi, la più importante figura del Taoismo insieme a Laozi, scrive che il nutrirsi di effluvi cosmici era pratica comune tra i cosiddetti prototaoisti.
La danza non aveva valore meramente simbolico o rappresentativo; attraverso di essa si incanalavano e si gestivano queste forze naturali: era una tecnica rituale per coordinare i movimenti del proprio corpo (e il respiro) con i flussi delle forze cosmiche, così da acquisire la potenza necessaria, ad esempio, a esorcizzare le forze deviate che affliggevano il paziente. Lo sciamano cinese, come gli adepti taoisti, non trae il proprio potere dalla possessione di uno spirito, ma da un particolare stato di ricettività che gli consente d’incarnare le forze cosmiche superiori. Il cuore e la mente, affinché si pongano all’unisono con il mondo naturale, devono essere in uno stato di quiete, presupposto indispensabile per una risonanza con il cosmo che è estasi.
Il più antico riferimento al Qigong - che ricordiamo in quel periodo era chiamato Daoyin - come pratica terapeutica invece che danza, è un’iscrizione su dodici pezzi di giada (VI sec. a.C.). Queste iscrizioni contenevano consigli sul prendere il respiro e permettergli di discendere nel corpo, presumibilmente nel basso addome. Questa è la completa traduzione dell’iscrizione che il famoso sinologo J. Needham include nella sua monumentale opera Scienza e civilizzazione in Cina:

Quando (il qi) va giù, diventa calmo. Quando diventa calmo si solidifica, quando diventa solido germoglia. Dopo che è germogliato, cresce. Appena cresce, sarà spinto di nuovo indietro (nella zona alta). Quando sarà stato spinto indietro, raggiungerà la corona della testa. Al di sopra, premerà contro la corona della testa. Al di sotto premerà verso il basso. Chiunque segue questo vivrà, chiunque agisce contrariamente morirà.

Anche le due più importanti figure della filosofia taoista Laozi (VI-V sec. a.C.) e Zhuangzi (IV sec. a.C.), descrivono tecniche di respirazione in grado di prolungare la durata della vita. In maniera più velata nelDao De Jing di Laozi 1 e chiaramente in un passo famoso dello Zhuangzi:

Soffiare e respirare, espirare ed inspirare, espellere l’aria viziata e assorbirne di pura, stirarsi alla maniera dell’orso, o dell’uccello che spiega le sue ali, tutto ciò mira alla longevità. Ciò è tenuto in gran pregio da colui che s’adopera ad orientare e indurre l’energia vitale, dall’uomo che intende nutrire il proprio corpo e da colui che spera di vivere quanto Peng Zu.

Per mantenere la salute e raggiungere la longevità i Taoisti, e soprattutto gli eremiti, svilupparono diversi stili di qi gong, nei quali le tecniche terapeutiche e mistiche dei filosofi si mescolarono alle danze animali e alle posture tipiche dello sciamanesimo cinese.
Gli Annali delle Primavere e Autunni, un documento storico del terzo secolo a.C, contengono importanti riferimenti all’antichità delle danze terapeutiche, così come nel Huangdi Neijing (Il classico della medicina dell’Imperatore Giallo II-I sec. a.C), che possiamo definire la bibbia della medicina tradizionale cinese raccomanda il Daoyin per curare le malattie.
Ma il documento eccezionale è costituito dalla cosiddetta Mappa del Daoyin (Daoyin Tu) trovata nel 1973 all’interno della tomba del re Ma (168 a.C. ca.) 3, insieme ad opere senza titolo di vari argomenti – storici, geografici, militari e astronomici – a cui gli archeologi hanno dato nomi fittizi e designato con il termine Testi di Mawangdui. Documenti inediti di cui non si aveva notizia alcuna (rotoli di seta e tavolette di bambù). Un sesto di queste opere riguarda la MTC e il fatto che furono inumate nel II secolo a. C. fa ragionevolmente credere che il loro contenuto fosse molto più antico. Quindi ci troviamo di fronte ad una testimonianza più antica rispetto a quella dello Huangdi Neijing, che fino agli anni settanta era considerato il testo più antico in circolazione riguardo la MTC.

La Mappa del Daoyin è un rotolo di seta delle dimensioni di cm. 50 x 100: sono quattro file orizzontali di undici figure ognuna, ovvero quarantaquattro disegni, i più antichi delle posizioni daoyin. Le figure dipinte rappresentano quasi tutte le categorie del Qi Gong moderno. Vi sono didascalie a fianco della maggior parte di esse: nomi di animali, indicazioni su come muovere il corpo e descrizioni di disfunzioni (probabilmente nel II secolo specifiche tecniche erano già usate per trattare specifiche malattie).
Dalla metà del II secolo d. C., la letteratura sul Qi Gong fiorì notevolmente. Un testo rilevante è quello del leggendario taoista Wei Boyang che scrisse lo Zhouyi cantongqi (La Triplice Conformità secondo il Classico dei Mutamenti). In quest’opera Wei dimostrò come le teorie Yin-Yang, dei Cinque Elementi e i simboli provenienti dall’Yi Jing (Classico dei Mutamenti) possano essere applicati all’alchimia; e soprattutto tratta della produzione del cinabro necessario per realizzare la pillola dell’immortalità, uno dei principali oggetti delle ricerche ed esperienze taoiste. Gli alchimisti praticavano dunque tecniche respiratorie per raffinare il Qi–neidan alchimia interiore -, e inoltre tentavano di trasformare il corpo con erbe ed elisir - waidan alchimia esterna.-. Numerose inoltre le enciclopedie del Qi Gong e della coltivazione taoista, in nota le più importanti.4
Nel III secolo d.C. il famoso medico taoista HuaDuo realizzò una serie di esercizi ispirati al movimento di 5 animali (la Tigre, il Cervo, la Scimmia, l’Orso e la Gru) chiamati WuQinXi un metodo per generare la circolazione del qi a livello locale imitando il movimento e concentrandosi sulla caratteristica degli animali per generare nel praticante una sensazione di benessere e di armonia con le leggi della natura.
Successivi sviluppi sia teorici che pratici arrivarono con l’introduzione del buddismo in Cina, sotto la dinastia Wei (220-265 d.C.), e soprattutto con il monaco indiano Bodhidharma, o Da Mo (Ta Mo) fondatore del Buddismo Chan (V sec. d.C.). Da Mo fondò nel 495 il Tempio Shaolin e ideò quella tecnica di combattimento denominata Shaolin Quan, volta non soltanto alla difesa ma anche al rinvigorimento fisico ed energetico dei monaci dediti a lunghissime sedute di meditazione. Sono attribuiti a Bodhidharma i 12 esercizi dello Yijinjing, Canone di Movimento dei Tendini (o Classico sullo Sviluppo Muscolare); allo stesso Da Mo viene attribuito lo Xisuijing, il Trattato sul Lavaggio del Midollo. In questi testi gli esercizi illustrati sono una forma di Wai Dan (Qi gong esterno/interno) che impiega la concentrazione per sviluppare il qi a livello locale e aumentarne così la circolazione. Il loro obiettivo è quello di favorire la circolazione dell’energia nei meridiani principali e secondari, attivando le funzioni dei muscoli, dei tendini e delle articolazioni di tutto il corpo e di nutrire i midolli. Nel tempio di Shaolin furono inoltre codificate delle forme di Qigong ispirate al movimento degli animali, strettamente connesse agli stili di combattimento.
Il medico taoista Sun Si Miao (581-682 d.C.) nella sua opera Qian Ji Yao Fang (Preziose formule mediche), un classico della medicina cinese, illustra un metodo per controllare il qi, introduce all’uso dei Sei Suoni e alle rispettive relazioni con gli organi interni e infine elenca una raccolta di tecniche di massaggio.
Il Canone Taoista è invece una collezione letteraria di millecento volumi, che contiene virtualmente tutti i testi antichi associati con il qigong, incluso uno dedicato specificatamente al soggetto: Il classico del Daoyin (1145 d. C. ca.) dove si trovano esercizi risalenti al VI secolo d.C. I metodi descritti coincidono notevolmente con esercizi e meditazioni di qi gong tutt’ora insegnati in Cina.
L’eremita taoista Zhan Sanfeng vissuto sotto la dinastia dei Song del Sud (11271279) sul monte Wudang (Hebei,nord-ovest della Cina), è indicato come il creatore del Tai Ji Quan, un’arte marziale che a pieno titolo si annovera tra le forme dinamiche di Qigong. Si tratta di una pratica in cui l’energia generata nel Dantian viene fatta circolare in tutto il corpo attraverso la volontà. Armonia, respirazione e meditazione sono elementi fondamentali di questa tecnica che viene anche definita meditazione in movimento.5
Sempre nello stesso periodo si ritiene che il generale Yueh Fei creò per i suoi soldati una delle forme attualmente più diffuse di Qigong, ovvero il Ba duan jin (8 Pezzi di broccato) probabilmente una elaborazione e arricchimento dell’originario Yijinjing di Da Mo. Nella sua diffusione la tecnica si differenziò nelle due Scuole del Nord e del Sud: la prima caratterizzata da una maggiore marzialità del movimento, la seconda invece basata su morbidezza e flessibilità. Il successivo sviluppo dello stile meridionale diede vita ad una forma seduta, e ad un aumento del numero degli esercizi, Shi er duan jin ovvero i “Dodici broccati”.
Nel corso delle dinastie Ming e Ching (1368-1911) furono creati altri stili di Qigong, così come proseguì la pubblicazione di libri sull’argomento. Interessante il testo di Wang Zu-yuan del 1881, Nei gong tu shuo (Spiegazione illustrata del Nei gong) che include i primi diagrammi e dettagli degli stili contemporanei. A tutt’oggi sono ovviamente numerose le pubblicazioni sull’argomento ed esula dall’intento di questo documento darne conto.
La storia del Qigong è millenaria e complessa ed è impossibile rendere nota di tutte le pratiche e metodi creati. Moltissimi considerati stili segreti non furono mai trascritti e scomparvero per paura che i nemici carpissero i segreti o perché nessuno era ritenuto degno di ricevere i preziosi insegnamenti del maestro.

Le classificazioni del Qi Gong

Il Qigong è un’arte che si è sviluppata e diffusa in ambiti diversi della cultura cinese: nelle scuole, o sette, di tradizione confuciana, taoista, alchemica, buddista (come tra gli eremiti taoisti o buddisti) così come tra le scuole di tradizione marziale. Notevole la sua diffusione in ambito terapeutico, molti maestri di Qigong erano infatti dei medici. Ma queste non possono essere rigide distinzioni poiché spesso i medici erano taoisti, confuciani o buddisti.
Fu durante le dinastie Sui e Tang (581-907) che le pratiche taoiste riuscirono a dominare tutte le altre metodiche. La circolazione del qi nel Piccolo Circuito Celeste (Xiao Zhou Tian) preceduta dal risveglio dell’attività dei Dantian divenne uno degli obiettivi principali del Qigong.
Nel corso della storia cinese, i metodi di classificazione del Qigong sono stati molti, diversi secondo i diversi autori e scuole. In genere il Qigong viene così classificato:6

  1. per corrente: medico, confuciano, taoista, buddista e marziale;
  2. per sistema: respirazione, trasporto del qi, posizione seduta statica e in piedi;
  3. per contenuto: controllo fisico (postura), controllo mentale (concentrazione, meditazione), controllo respiratorio; auto-massaggio, movimento corporeo;
  4. per forma: statico e dinamico;
  5. per metodo: con un nome per ogni scopo ricercato, song jing gong (distensione e calma); nei yang gong (nutrimento interno qiang hua gong (rinforzamento); ban yun gong (trasporto); zhan zhuang (posizione in piedi) );
  6. per tecnica: la categoria più numerosa, citiamo per esempio il piccolo e il Grande Circuito Celeste, il Canone di Movimento dei Tendini, l’alchimia interna, ecc.

Abbiamo già avuto modo di parlare nell’introduzione, della classificazione più generica del QiGong, ovvero per forma: statico o dinamico. Ci soffermeremo ora invece sull’altra classificazione più diffusa che è quella per correnti o scuole.

Qigong medico: volto alla prevenzione e alla cura delle malattie, comprende tecniche terapeutiche indirizzate a varie sintomatologie o patologie. In realtà tutti gli esercizi sono considerati terapeutici, ma la classificazione dipende da dove è maggiormente rivolta l’attenzione. Troviamo anche delle tecniche di guarigione esterna: un metodo molto antico secondo il quale la persona può controllare il flusso del qi dirigendolo all’esterno per trasmetterlo ad un‘altra persona.

Qigong confuciano: i Confuciani erano sostanzialmente interessati all’agire umano nella società e dunque all’etica, piuttosto che al raggiungimento di una auto-prerfezione o illuminazione appartata dal resto del mondo. Si tratta di un qigong per il rafforzamento della mente, del senso morale e del carattere, dove la concentrazione è rivolta allo sviluppo delle virtù confuciane: integrità/giustizia (Yi), saggezza/conoscenza (Zhi), benevolenza/equità (Ren), educazione/rispetto (Li), affidabilità/sincerità (Xin). Tutto ciò ha un corrispettivo nella MTC ovvero nella classificazione medica delle cause interne di malattia: le turbe dei sentimenti che provocano lesioni agli organi corrispondenti. Rispettivamente la rabbia, il risentimento (Nu) lede il fegato; la gioia (Xi) eccessiva dunque l’eccitazione, lede il cuore; la tristezza (Bei) lede il polmone; la paura (Kong) lede il rene; il rimuginare, il pensiero ossessivo (Si) lede la milza-pancreas. Per la scuola confuciana, dunque, una persona integra sarà anche sana e viceversa.

Qigong taoista
La scuola Taoista si caratterizzava per l’importanza attribuita alla perfezione del sé e al conseguimento dell’immortalità, attraverso il rafforzamento e l’armonizzazione del corpo e della mente in un fluido e armonioso rapporto con la natura. La condizione per ottenere ciò era il ritiro dalla società. Molti degli esercizi derivano, infatti, dalle tecniche di coltivazione di lunga vita degli asceti taoisti, e dai rituali e danze dell’antico sciamanesimo di cui abbiamo già parlato. I Taoisti, per il raggiungimento della longevità e dell’immortalità, si avvalevano anche di pratiche dietetiche, sessuali, di erbe ed elisir. Il Qigong taoista ortodosso, originario, prevedeva quattro diversi livelli di pratica:

  • il primo comprendeva teoria e pratica introduttive al Qigong per favorire il rilassamento del corpo e quello della mente;
  • il secondo livello riguardava la capacità di accumulo dell’energia nel Dantian attraverso la concentrazione, per arrivare al fluire dell’energia attraverso i meridiani, come una pioggia o una cascata, dalla cima della testa fino ai piedi;
  • il terzo livello era caratterizzato dalla trasformazione del qi in energia spirituale – shen – ,ciò significa un raffinamento di questa forza interiore verso una dimensione più alta;
  • il quarto ed ultimo livello consiste nel ‘raffinare lo shen per tornare al vuoto’, dove l’energia all’interno del Dantian si espande nel busto fino alla testa illuminando tutto il corpo in un estasi che abbatte i confini tra ‘io’ e ‘tutto’, tra microcosmo e macrocosmo.

Qigong buddista
Lo scopo di un Qigong definito buddista è analogo a quello del buddismo stesso: liberazione dalla sofferenza dell’esistenza per mezzo dello sviluppo della consapevolezza, attraverso un’elevazione spirituale portare la persona all’illuminazione. Il suo metodo fondamentale consisteva nella meditazione in posizione ferma e dell’esercizio della respirazione diretto al conseguimento del silenzio mentale. Nonostante questo metodo portasse ad un considerevole aumento della circolazione del qi, non veniva visto come l’obiettivo principale. Anche qui, accanto al raggiungimento della salute psico-fisica, era importante il raggiungimento di particolari capacità, per esempio la veggenza.7

Qigong marziale
E’ un qigong volto a rafforzare il fisico e sviluppare la capacità di dirigere il qi all’esterno per colpire l’avversario, ma soprattutto a rendere il praticante capace di prevenire i colpi dell’avversario. Ma anche qui scopo ultimo è quello di raffinare la personalità dell’individuo: il raggiungimento dell’’illuminazione interiore’ è uno degli scopi fondamentali del praticante di Arti Marziali, affinchè la sua pratica divenga realmente “Kung Fu” , creando le condizioni per poter raggiungere il vero equilibrio tra corpo e spirito, tra esterno e interno, tra pensiero e azione alla ricerca dell’armonia.
La nostra personale opinione è che sia fuorviante una rigida classificazione nel tentativo di differenziare le varie tecniche di pratica, poiché la differenza fondamentale sta nello scopo per cui si pratica un determinato esercizio.


1 Cfr., Tao Te Ching Il Libro della Via e della Virtù, a cura di J.J.L. Duyvendak, Adelphi edizioni, Milano 1973, cap. X, XLII.
3 Il reperto è stato trovato vicino alla città di Changsa, capitale della provincia dello Hunan.
4 Ge Hong (283 -343 ca.), autore del Bao Pu Zi (Il maestro che abbraccia la semplicità) dove sono descritte tecniche di longevità ed alchimia della Cina meridionale; Tao Hongjing (456 – 536 d. C.) nel suo Yang xing yang ming lu (Registrazione della coltivazione della natura e del prolungamento della vita) troviamo capitoli sul Daoyin, la dietetica e il qi gong sessuale.
5 Vedi pagina web dedicata al Tai Ji Quan
6 La classificazione adottata è quella suggerita da Suen Koei-Li, Qi Gong. Storia e metodo del respiro, Luni Editrice, Milano-Trento, 1993.
7 La dottrina Chan si discosta dal Buddhismo tradizionale in cui l’illuminazione’ si raggiunge attraverso la preghiera, ponendo invece l’accento sul ‘Vuoto’, che in Giappone diventerà addirittura la dottrina del ‘Nulla’.



© RIPRODUZIONE RISERVATA (30/03/2010, Rev. 11/12/2014)