Parliamo di Tai Ji Quan

di Mara Camelin

Parliamo di Tai Ji Quan

Introduzione

Il Tai Ji Quan è un’arte del movimento, un’arte di vivere e anche un’arte marziale, e come tale fu elaborata dalla famiglia Chen nel XVI –XVII secolo, avvalendosi, probabilmente, di tecniche di combattimento a mani nude già esistenti e praticate.
Questa è l’origine storica. La leggenda narra invece che fu il celebre monaco taoista Zhan Sanfeng (1127-1279) a creare il Tai Ji Quan ispirato dal duello tra una gazza ed un serpente: i movimenti leggeri e curvilinei del sepente vincitore, gli fecero comprendere la supremazia della morbidezza sulla rigidità e l’importanza dell’alternarsi dello yin e dello yang e così elaborò questa tecnica semplice, raffinata e complessa allo stesso tempo.

Ma allora lo stile Yang da dove viene?

Fu la famiglia Yang a carpire e divulgare i segreti di questa antica arte, tramandata di padre in figlio, rendendoli accessibili a tutti e non solo agli iniziati.
Il Tai JI Quan è una pratica che permette di sviluppare l’energia interna, di sbloccare i canali energetici, riequilibrare mente e corpo, sviluppando una forza interna che è il risultato dell’armonizzazione tra respiro ed energia.
La pratica di questa arte del movimento consiste nell’eseguire una concatenazione di movimenti partendo da un punto preciso e facendovi ritono al termine della forma. In tutta la sequenza si effettuano movimenti nelle direzioni dei punti cardinali. E’ qui che il Tai Ji Quan si avvicina a certe tecniche sciamaniche e rituali sacri, poiché partendo da un’inizio si sviluppa nello spazio e crea una specie di area sacra in cui tempo e spazio sono organizzati in maniera precisa,un tempo che si sviluppa lentamente e in maniera regolare e ritorna al punto di partenza come se si rifacesse la creazione dell’universo.

Cosa significa Tai Ji Quan?

Quan significa pugno o box a mano nuda, stiamo quindi parlando di un’arte marziale a mani nude.
Taiji significa Polo supremo, rappresentato in genere come un cerchio diviso da una linea sinuosa, con una parte nera e una bianca: lo yin e lo yang. Il Taiji è l’unità suprema, il centro di ogni manifestazione.
Vi è un Taiji nel corpo e un Taiji nell’universo e quando entra in movimento nello spazio-tempo si presenta nel ritmo, nell’alternarsi dello yin e dello yang. L’unità si esprime attraverso due manifestazioni diverse in modo dinamico.

Come si applica l’alternanza dello Yin e dello yang nella sequenza?

Si deve trovare il centro o asse centrale,e a partire da questo si rivelano lo Yin e lo Yang dei movimenti, allora ci sarà un piede vuoto yang ed uno pieno yin, la mano yin e la mano yang, in una circolarità del movimento che fa lavorare armonizzandole le varie parti del corpo in modo che il praticante arrivi ad avere progressivamente coscienza dell’unità che permette la separazione tra yin e yang.

Per comprendere il Tai Ji Quan non serve la teoria ma è necessaria solo la pratica?

Accostarsi al Tai Ji Quan dal punto di vista teorico non è interessante: certo è importante sapere quali sono le profonde relazioni con la filosofia e la medicina tradizionale cinese. Ma allo stesso tempo accostarvisi solo come una tecnica è restringere di molto l’interesse di questa complessa disciplina.
Il Tai Ji Quan è un modo di essere nell’universo, un modo di vivere la propria vita, che si affina sempre di più attraverso la pratica.



© RIPRODUZIONE RISERVATA (27/09/2010)